domenica 23 settembre 2012

DOSSIER_VERSO EUROPA 2020_LA REVISIONE DELLE DIRETTIVE SUGLI APPALTI PUBBLICI PER CREARE CRESCITA ED OCCUPAZIONE

a cura di Sonia Lazzini



ANTEPRIMA

DOSSIER_VERSO EUROPA 2020

LA REVISIONE DELLE DIRETTIVE SUGLI APPALTI PUBBLICI PER CREARE CRESCITA ED OCCUPAZIONE

le nuove direttive dovrebbero essere approvate entro la fine del 2012 ed essere recepite negli Stati membri entro il 30 giugno 2014


LE AMMINISTRAZIONI AGGIUDICATRICI POTRANNO ESIGERE CHE GLI OPERATORI ECONOMICI ABBIANO UN DETERMINATO FATTURATO MINIMO ANNUO, ANCHE CON SPECIFICO RIFERIMENTO AL SETTORE DI ATTIVITÀ OGGETTO DELL'APPALTO, E UN'ADEGUATA ASSICURAZIONE CONTRO I RISCHI PROFESSIONALI


L’art. 59 del COM(2011)896 prevede l’introduzione del passaporto europeo per gli appalti pubblici.
Il passaporto europeo dovrà contenere l’identificazione dell'operatore economico, attestare che quest’ultimo non è stato condannato con sentenza definitiva per uno dei motivi precedentemente richiamati e non è oggetto di una procedura di insolvenza o di liquidazione, dimostrare la sua iscrizione in un albo professionale o in un registro commerciale e il possesso di una particolare autorizzazione. Il passaporto europeo dovrà essere riconosciuto da tutte le amministrazioni aggiudicatrici come prova del rispetto delle condizioni di partecipazione in esso previste. 




È in gioco la
fiducia e il sostegno dei cittadini stessi al progetto d’integrazione europea


PER FAVORIRE  LA CREAZIONE E LO SVILUPPO DELLE PICCOLE IMPRESE E DELLE
MICROIMPRESE, SPINA DORSALE DELLE ECONOMIE NAZIONALI ED EUROPEE

Le parti interessate hanno chiesto di riesaminare le direttive sugli appalti pubblici al fine di semplificare le norme, incrementare l'efficienza e l'efficacia e far sì che si adeguino meglio all'evoluzione del contesto politico, sociale ed economico


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Bruxelles, 13.4.2011_L’Atto per il mercato unico
Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia
“Insieme per una nuova crescita”.



L’accesso al finanziamento per le PMI.
La mobilità dei cittadini
I diritti di proprietà intellettuale
I consumatori, protagonisti del mercato unico
I servizi.
Le reti
Il mercato unico digitale.
L’imprenditoria sociale
La fiscalità.
La coesione sociale .
Il quadro normativo per le imprese
Gli appalti pubblici

Revisione e ammodernamento del quadro normativo degli appalti pubblici per giungere ad una politica equilibrata, che sostenga una domanda di beni, opere e servizi rispettosi dell’ambiente, socialmente responsabili e innovativi. La revisione garantirà inoltre che le amministrazioni aggiudicatrici si avvalgano di procedure più semplici e più flessibili e che venga agevolato l’accesso alle imprese, in particolare alle PMI

Favorire l’accesso agli appalti pubblici delle PMI: ciò sarà agevolato e incrementato dalle misure che riducono gli oneri e da un forte incentivo alla divisione in lotti e alla limitazione dei requisiti di capacità finanziaria richiesti per presentare un’offerta

Michel Barnier, Commissario europeo responsabile del mercato interno e dei servizi, ha dichiarato: “Questa riforma è necessaria, ambiziosa e realistica. Le direttive attuali hanno dato buoni risultati. Tuttavia è necessaria un’evoluzione delle stesse ed auspico che le direttive sugli appalti pubblici siano più semplici, più efficaci e che agevolino il lavoro di coloro che hanno a che fare con gli appalti pubblici quotidianamente.
La proposta di direttiva sulle concessioni rappresenta la realizzazione del mercato interno della commessa pubblica e spero che permetterà miglioramenti sostanziali in termini di efficacia della spesa pubblica e di crescita economica nei prossimi anni

I pubblici poteri spendono ogni anno circa il 18 % del PIL in beni, servizi e opere. In periodi come questi di restrizioni di bilancio, la politica degli appalti pubblici deve garantire un uso ottimale di queste risorse al fine di sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro e contribuire in tal modo al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020

Maggiore flessibilità delle procedure: ridurre i termini minimi stabiliti nella proposta della Commissione al fine di rendere gli appalti pubblici più efficienti, pur rispettando il fatto che i termini devono sempre essere proporzionali e consentire agli operatori economici, in particolare alle PMI, tempo sufficiente per preparare le offerte

Ridurre i requisiti di documentazione_ È fortemente necessario semplificare le norme e le procedure in materia di appalti, riducendo in tal modo i costi delle transazioni sia per le amministrazioni aggiudicatrici che per gli operatori economici.
Ne risulterà una maggiore partecipazione alle procedure di aggiudicazione di appalti pubblici da parte degli operatori economici, non ultime le PMI, il che a sua volta intensificherà la concorrenza, promuoverà l'innovazione e garantirà migliori risultati degli appalti.

Accesso delle PMI
Le piccole e medie imprese (PMI) possiedono un potenziale enorme per la creazione di posti di lavoro, la crescita e l'innovazione.
Un accesso facile ai mercati degli appalti può aiutarle a mettere a frutto questo potenziale consentendo alle amministrazioni aggiudicatrici di allargare la loro base di fornitori, con conseguenze positive dell'aumento della concorrenza sui contratti pubblici
sostenere pienamente la proposta di introdurre un limite di fatturato, secondo il quale le amministrazioni aggiudicatrici non dovrebbero essere autorizzate a esigere che gli operatori economici abbiano un fatturato minimo superiore a tre volte il valore stimato dell'appalto

Selezione dei candidati: articoli 71-75 del COM(2011)895 e articoli 55-64 del COM(2011)896
Le nuove misure prospettano un’attenuazione della distinzione tra selezione dei candidati e assegnazione del contratto di appalto; in particolare sarà consentito di valutare i criteri di aggiudicazione prima di quelli di selezione o di prendere in considerazione come criterio di aggiudicazione l’organizzazione e la qualità del personale assegnato all’esecuzione dell’appalto.
Il COM(2011)895 prevede la possibilità per gli enti appaltanti di stabilire un sistema di qualificazione basato su regole e criteri obiettivi di esclusione e selezione degli operatori economici che chiedono di essere qualificati. Dovrà essere conservato un elenco degli operatori economici qualificati, eventualmente suddiviso in categorie in base alla tipologia di appalto per la cui realizzazione è valida la qualificazione.
E’ prevista la possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici, nell’ambito di procedure ristrette o negoziate o dei partenariati per l’innovazione, di stabilire regole e criteri oggettivi per ridurre il numero di candidati invitati a presentare un’offerta o a negoziare, ferma restando tuttavia la necessità di assicurare un’equa concorrenza.



SOMMARIO:


LA REVISIONE DELLE DIRETTIVE SUGLI APPALTI PUBBLICI PER CREARE CRESCITA ED OCCUPAZIONE
l’accesso agli appalti dev’essere ulteriormente semplificato, in particolare per le PMI e il commercio transfrontaliero, anche per gli acquisti comuni tra diversi enti aggiudicatori
Bruxelles, 13.4.2011_L’Atto per il mercato unico
Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia
“Insieme per una nuova crescita”.
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
revisione normativa appalti pubblici  è una delle dodici leve crescita globale europea
COMMISSIONE EUROPEA_Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia.pdf
Michel Barnier, Commissario europeo responsabile del mercato interno e dei servizi, ha dichiarato: “Questa riforma è necessaria, ambiziosa e realistica. Le direttive attuali hanno dato buoni risultati. Tuttavia è necessaria un’evoluzione delle stesse ed auspico che le direttive sugli appalti pubblici siano più semplici, più efficaci e che agevolino il lavoro di coloro che hanno a che fare con gli appalti pubblici quotidianamente.
La proposta di direttiva sulle concessioni rappresenta la realizzazione del mercato interno della commessa pubblica e spero che permetterà miglioramenti sostanziali in termini di efficacia della spesa pubblica e di crescita economica nei prossimi anni
COMMISSIONE EUROPEA – COMUNICATO STAMPA
Modernizzare gli appalti pubblici europei per sostenere la crescita e l’occupazione
Bruxelles, 20 dicembre 2011 - Le autorità pubbliche spendono ogni anno il 18% del PIL in beni, servizi e lavori. In questo periodo di restrizioni di bilancio e di difficoltà economiche nella maggior parte degli Stati membri, la politica degli appalti pubblici deve assicurare più che mai un impiego ottimale di tali fondi, per sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro e contribuire così alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020.
Favorire l’accesso agli appalti pubblici delle PMI: ciò sarà agevolato e incrementato dalle misure che riducono gli oneri e da un forte incentivo alla divisione in lotti e alla limitazione dei requisiti di capacità finanziaria richiesti per presentare un’offerta
permettere poteri pubblici e loro fornitori concludere contratti trasparenti e competitivi
commissione europea_comunicato stampa_Modernizzare appalti  pubblici  europei.pdf
I pubblici poteri spendono ogni anno circa il 18 % del PIL in beni, servizi e opere. In periodi come questi di restrizioni di bilancio, la politica degli appalti pubblici deve garantire un uso ottimale di queste risorse al fine di sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro e contribuire in tal modo al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020
La revisione delle direttive sugli appalti pubblici si inserisce in un programma globale il cui obiettivo è di portare avanti un'ampia modernizzazione del sistema degli appalti nell'Unione europea, per quanto concerne sia gli appalti pubblici di carattere generale sia gli appalti degli enti che operano nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali.
Comitato economico e sociale europeo
Appalti pubblici e contratti di concessione
Bruxelles, 26 aprile 2012
PARERE DEL COMITATO ECONOMICO SOCIALE  EUROPEO sulle nuove direttive appalti
comitato economico e sociale europeo_testo parere  modifiche appalti europei.pdf
Le Proposte di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici quali azioni chiave nell'ambito dell'Atto per il mercato unico con un notevole potenziale per favorire la crescita, l'innovazione e la creazione di posti di lavoro, promuovendo al tempo stesso l'uso più efficiente dei fondi pubblici
CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA
Bruxelles, 11 maggio 2012
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici (prima lettura) (Deliberazione legislativa)
- Stato di avanzamento dei lavori
- Dibattito orientativo
azioni da attuarsi a carico del Consiglio dell'Unione europea
CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA_stato avanzamento lavori_maggio 2012.pdf
la modernizzazione delle procedure, tramite ad esempio l'abbreviazione di termini o la distinzione tra criteri di selezione degli offerenti e di aggiudicazione dell'appalto
miglioramento dell'accesso al mercato delle piccole e medie imprese e delle imprese in fase di avviamento, tramite ad esempio la semplificazione degli obblighi di informazione, la maggiore accessibilità agli accordi-quadro conclusi nei settori di pubblica utilità e la possibilità di pagamento diretto dei subappaltatori
La Commissione europea presenta tre proposte legislative finalizzate a rivedere la disciplina sugli appalti pubblici nell'auspicio di rendere le commesse pubbliche più efficaci, a fronte dell'attuale contesto di restrizioni di bilancio e di ristrettezze economiche, e di ammodernare la normativa in vigore, perché sia più idonea alla costante evoluzione del contesto politico, sociale ed economico.
I lavori del senato sulle nuove direttive europee per gli appalti pubblici
Dossier SENATO_LE_NUOVE_DIRETTIVE_EUROPEE_SUGLI_APPALTI_PUBBLICI.PDF
Nella sintesi della valutazione di impatto (SEC(2011)1586) allegata alle proposte la Commissione conferma la validità degli obiettivi generali della politica UE in materia di appalti (promozione di una concorrenza non discriminatoria e lotta alla corruzione)
La revisione prospettata dalla Commissione è intesa, inoltre, a perseguire i seguenti ulteriori obiettivi:
         semplificare e rendere più flessibile il quadro normativo e le procedure sugli appalti;
         creare mercati per gli appalti pubblici a livello europeo;
         garantire che le procedure di aggiudicazione degli appalti producano i migliori risultati possibili in termini di rapporto costi-efficacia;
         garantire un maggiore accesso delle PMI agli appalti pubblici mediante la riduzione degli oneri e la suddivisione degli appalti in lotti;
         ai fini dell’aggiudicazione degli appalti, prestare maggiore attenzione ai vincoli sociali ed ambientali, un migliore utilizzo delle risorse ed una maggiore efficienza energetica, la promozione dell’innovazione, dell’occupazione e dell’inclusione sociale, nonché l’offerta di servizi sociali di alta qualità.
Camera dei deputati
XVI LEGISLATURA
Documentazione per le Commissioni
ESAME DI ATTI E DOCUMENTI DELL’UNIONE EUROPEA
Riforma della disciplina in materia di appalti pubblici
(COM(2011)895 e 896) 21 maggio 2012
I lavori della camera sulle nuove direttive europee per gli appalti pubblici
Camera dei deputati_DOSSIER Riforma della disciplina in materia di appalti pubblici
Gli obiettivi principali della proposta sono due:
• Accrescere l'efficienza della spesa per garantire i migliori risultati possibili, in termini di rapporto qualità/prezzo, in materia di appalti. Ciò comporta, in particolare, una semplificazione e una maggior flessibilità dell'attuale normativa in materia di appalti pubblici. Procedure semplificate ed efficienti andranno a vantaggio di tutti gli operatori economici e favoriranno la partecipazione delle PMI e degli offerenti transfrontalieri.
• Far sì che i committenti facciano un miglior uso degli appalti pubblici a sostegno di obiettivi sociali comuni quali la tutela dell'ambiente, una maggiore efficienza energetica e sotto il profilo delle risorse, la lotta contro i cambiamenti climatici, la promozione dell'innovazione e dell'inclusione sociale e infine la garanzia delle migliori condizioni possibili per la fornitura di servizi pubblici di elevata qualità.
Bruxelles, 20.12.2011
COM(2011) 896 definitivo
2011/0438 (COD)
Proposta di
DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
sugli appalti pubblici
Semplificazione degli obblighi di informazione. La semplificazione generale di obblighi di informazione nelle procedure di appalto saranno di notevole beneficio per le PMI. La proposta prevede l'obbligo di accettazione delle autocertificazioni come l'esistenza presunta ai fini della selezione. La produzione effettiva di prove documentali sarà facilitata da un documento standard, il passaporto europeo per gli appalti pubblici, che costituisce uno dei mezzi di prova per l'assenza di motivi di esclusione.
Suddivisione in lotti. Le amministrazioni aggiudicatrici saranno invitate a suddividere gli appalti pubblici in — omogenei o eterogenei — lotti per renderli più accessibili alle PMI. Nel caso in cui non decidano in tal senso, saranno obbligate a fornire una spiegazione specifica.
Limitazione sui requisiti di partecipazione. Per evitare inutili ostacoli alla partecipazione delle PMI, la proposta di direttiva contiene un elenco esauriente di condizioni per la partecipazione alle gare di appalto e afferma esplicitamente che tali condizioni sono limitate "a quelle appropriate per assicurare che un candidato o un offerente ha le… capacità e le… competenze per eseguire l'appalto da aggiudicare". I criteri che sono spesso un serissimo ostacolo all'accesso da parte delle PMI sono esplicitamente limitati a tre volte il valore stimato dell'appalto, salvo in casi debitamente giustificati. Infine, le eventuali condizioni per la partecipazione di gruppi di operatori economici — uno strumento di particolare interesse per le PMI — devono essere giustificate da motivazioni obiettive e proporzionate
Pagamento diretto dei subappaltatori. Inoltre, gli Stati membri possono prevedere che i subappaltatori richiedano un pagamento diretto da parte dell'amministrazione aggiudicatrice per forniture, lavori e servizi forniti al contraente principale nel quadro del contratto di prestazione. Ciò consente ai subappaltatori, che spesso sono PMI, di proteggersi efficacemente dal rischio di mancato pagamento
relazione appalti settori ordinari e speciali
Proposta di direttiva del parlamento europeo e del consiglio sugli appalti pubblici.pdf
Proposta di direttiva del parlamento europeo e del consiglio sugli appalti pubblici_settori speciali.pdf
Nella comunicazione L’Atto per il mercato unico – Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia, del 13 aprile 2011, la Commissione ha annunciato l’intenzione di adottare un’iniziativa legislativa in materia di concessioni.
Attualmente l’aggiudicazione di concessioni di lavori è disciplinata da un numero limitato di disposizioni del diritto derivato, mentre alle concessioni di servizi si applicano solo i principi generali del TFUE. Tale carenza provoca gravi distorsioni nel mercato interno, soprattutto limitando l’accesso delle imprese europee, in particolare delle piccole e medie imprese, alle opportunità economiche offerte dai contratti di concessione.
La mancanza di certezza giuridica è inoltre fonte di inefficienze
Bruxelles, 20.12.2011
COM(2011) 897 definitivo
2011/0437 (COD)
Proposta di
DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
sull’aggiudicazione dei contratti di concessioni
La presente iniziativa ha lo scopo di ridurre l’incertezza che grava sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, a vantaggio di autorità pubbliche e operatori economici.
Il diritto dell’Unione europea non limita la libertà delle amministrazioni aggiudicatrici o degli enti aggiudicatori di svolgere i compiti di interesse pubblico che rientrano nell'ambito delle loro competenze utilizzando le risorse proprie, ma quando un’amministrazione aggiudicatrice decide di affidare tali compiti a un soggetto esterno occorre garantire un effettivo accesso al mercato a tutti gli operatori economici dell’Unione.
relazione aggiudicazione delle concessioni
Proposta direttiva parlamento europeo e del consiglio sull’aggiudicazione dei contratti di concessione.pdf



 

LA REVISIONE DELLE DIRETTIVE SUGLI APPALTI PUBBLICI PER CREARE CRESCITA ED OCCUPAZIONE

l’accesso agli appalti dev’essere ulteriormente semplificato, in particolare per le PMI e il commercio transfrontaliero, anche per gli acquisti comuni tra diversi enti aggiudicatori

 

 

                Bruxelles, 13.4.2011_L’Atto per il mercato unico

Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia

“Insieme per una nuova crescita”.

 

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

 

 


2.12. Gli appalti pubblici

Azione chiave:

Revisione e ammodernamento del quadro normativo degli appalti pubblici per giungere ad una politica equilibrata, che sostenga una domanda di beni, opere e servizi rispettosi dell’ambiente, socialmente responsabili e innovativi. La revisione garantirà inoltre che le amministrazioni aggiudicatrici si avvalgano di procedure più semplici e più flessibili e che venga agevolato l’accesso alle imprese, in particolare alle PMI
.
Le autorità pubbliche spendono circa il 18% del PIL dell’UE per beni, servizi e opere.

Le legislazioni europee e nazionali hanno aperto gli appalti pubblici a una concorrenza leale allo scopo di offrire ai cittadini una migliore qualità al miglior prezzo.

Quanto al gran numero di beni, servizi e opere che sono oggetto di gare d’appalto, le commesse pubbliche offrono l’occasione di accrescere la domanda di beni, opere e servizi rispettosi dell’ambiente, socialmente responsabili e innovativi. In altri termini, gli appalti pubblici possono essere un utile strumento per incoraggiare lo sviluppo di un mercato interno più ecologico, sociale e innovativo.
Occorre altresì considerare il modo più opportuno per rendere le procedure più semplici e più flessibili, al fine di aumentare l’efficacia delle commesse pubbliche.

Allo stesso tempo, tale semplificazione non deve indurre a limitare l’accesso agli appalti all’ambito europeo.

Al contrario, l’accesso agli appalti dev’essere ulteriormente semplificato, in particolare per le PMI e il commercio transfrontaliero, anche per gli acquisti comuni tra diversi enti aggiudicatori.

In effetti, la percentuale di appalti pubblici che vengono aggiudicati alle imprese di un altro Stato membro è tuttora relativamente scarsa, soprattutto se paragonata al tasso di penetrazione nei mercati privati.

Le concessioni di servizi rappresentano un peso economico importante e costituiscono la maggioranza dei partenariati pubblico-privato.

Un quadro legislativo consentirà di garantire maggiore certezza giuridica per orientare tali partenariati.

L’apertura degli appalti pubblici alla concorrenza apporta vantaggi sia a livello mondiale che a livello europeo.

Per garantire che tale apertura abbia luogo in uno spirito di reciprocità e di mutui benefici, offrendo alle imprese europee e straniere pari opportunità e garantendo una leale concorrenza, è necessario introdurre anche una legislazione europea sull’accesso delle imprese di paesi terzi agli appalti pubblici europei, che consenta di recepire precisi impegni nell’ambito europeo


revisione normativa appalti pubblici  è una delle dodici leve crescita globale europea

COMMISSIONE EUROPEA_Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia.pdf

 

Michel Barnier, Commissario europeo responsabile del mercato interno e dei servizi, ha dichiarato: “Questa riforma è necessaria, ambiziosa e realistica. Le direttive attuali hanno dato buoni risultati. Tuttavia è necessaria un’evoluzione delle stesse ed auspico che le direttive sugli appalti pubblici siano più semplici, più efficaci e che agevolino il lavoro di coloro che hanno a che fare con gli appalti pubblici quotidianamente.

La proposta di direttiva sulle concessioni rappresenta la realizzazione del mercato interno della commessa pubblica e spero che permetterà miglioramenti sostanziali in termini di efficacia della spesa pubblica e di crescita economica nei prossimi anni

 

                COMMISSIONE EUROPEA – COMUNICATO STAMPA

Modernizzare gli appalti pubblici europei per sostenere la crescita e l’occupazione

Bruxelles, 20 dicembre 2011 - Le autorità pubbliche spendono ogni anno il 18% del PIL in beni, servizi e lavori. In questo periodo di restrizioni di bilancio e di difficoltà economiche nella maggior parte degli Stati membri, la politica degli appalti pubblici deve assicurare più che mai un impiego ottimale di tali fondi, per sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro e contribuire così alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020.


Favorire l’accesso agli appalti pubblici delle PMI: ciò sarà agevolato e incrementato dalle misure che riducono gli oneri e da un forte incentivo alla divisione in lotti e alla limitazione dei requisiti di capacità finanziaria richiesti per presentare un’offerta

 

 


La revisione delle direttive relative agli appalti pubblici annunciata dalla Commissione oggi fa parte di un programma complessivo finalizzato a una profonda modernizzazione degli appalti pubblici nell’Unione europea.
In tale programma è compresa inoltre una direttiva sulle concessioni che fino ad oggi sono state disciplinate soltanto parzialmente a livello europeo e che presentano particolarità tali da giustificare un testo separato, mantenendo la coerenza con la riforma generale.

 La riforma della normativa sugli appalti pubblici costituisce una delle dodici azioni prioritarie nell’ambito dell’Atto per il mercato unico, adottato nell’aprile 2011


permettere poteri pubblici e loro fornitori concludere contratti trasparenti e competitivi

commissione europea_comunicato stampa_Modernizzare appalti  pubblici  europei.pdf



I pubblici poteri spendono ogni anno circa il 18 % del PIL in beni, servizi e opere. In periodi come questi di restrizioni di bilancio, la politica degli appalti pubblici deve garantire un uso ottimale di queste risorse al fine di sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro e contribuire in tal modo al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020

                La revisione delle direttive sugli appalti pubblici si inserisce in un programma globale il cui obiettivo è di portare avanti un'ampia modernizzazione del sistema degli appalti nell'Unione europea, per quanto concerne sia gli appalti pubblici di carattere generale sia gli appalti degli enti che operano nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali.


Comitato economico e sociale europeo

Appalti pubblici e contratti di concessione

Bruxelles, 26 aprile 2012

 



Il Comitato raccomanda concretamente di promuovere la qualità e l'innovazione negli appalti pubblici, di ridurre gli oneri burocratici superflui, di includere gli aspetti ambientali e sociali (a favore della tutela dell'occupazione e delle condizioni di lavoro nonché a favore dei disabili e di altri gruppi svantaggiati), e di promuovere l'uso dell'offerta economicamente più vantaggiosa rispetto al criterio del prezzo più basso che dovrebbe essere l'eccezione piuttosto che la regola; questo consente, tra gli altri obiettivi, di rendere gli appalti pubblici più intelligenti ed efficienti, di garantire una maggiore professionalizzazione, di aumentare la partecipazione delle PMI incluse le imprese sociali, di combattere il favoritismo, la frode e la corruzione e di promuovere gli appalti pubblici europei di carattere transfrontaliero. Inoltre, il CESE è favorevole all'applicazione, tenendo conto dell'esigenza di promuovere lo sviluppo sostenibile, del principio relativo al costo del ciclo di vita.

Il CESE ribadisce che le autorità aggiudicatrici dispongono della più totale libertà di realizzare esse stesse le loro funzioni o di esternalizzare i lavori che giudicano opportuni.



Le parti interessate hanno chiesto di riesaminare le direttive sugli appalti pubblici al fine di semplificare le norme, incrementare l'efficienza e l'efficacia e far sì che si adeguino meglio all'evoluzione del contesto politico, sociale ed economico


PARERE DEL COMITATO ECONOMICO SOCIALE  EUROPEO sulle nuove direttive appalti

comitato economico e sociale europeo_testo parere  modifiche appalti europei.pdf

 

Le Proposte di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici quali azioni chiave nell'ambito dell'Atto per il mercato unico con un notevole potenziale per favorire la crescita, l'innovazione e la creazione di posti di lavoro, promuovendo al tempo stesso l'uso più efficiente dei fondi pubblici

                CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA

Bruxelles, 11 maggio 2012

 

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici (prima lettura) (Deliberazione legislativa)

- Stato di avanzamento dei lavori

- Dibattito orientativo

 



Maggiore flessibilità delle procedure_
Ridurre i termini minimi stabiliti nella proposta della Commissione al fine di rendere gli appalti pubblici più efficienti, pur rispettando il fatto che i termini devono sempre essere proporzionali e consentire agli operatori economici, in particolare alle PMI, tempo sufficiente per preparare le offerte

Uso strategico degli appalti pubblici _
Dovrebbe essere possibile creare trasparenza e flessibilità riducendo nel contempo i costi delle transazioni mediante la pubblicazione di un avviso di preinformazione

Ridurre i requisiti di documentazione_
È fortemente necessario semplificare le norme e le procedure in materia di appalti, riducendo in tal modo i costi delle transazioni sia per le amministrazioni aggiudicatrici che per gli operatori economici.
Ne risulterà una maggiore partecipazione alle procedure di aggiudicazione di appalti pubblici da parte degli operatori economici, non ultime le PMI, il che a sua volta intensificherà la concorrenza, promuoverà l'innovazione e garantirà migliori risultati degli appalti. 

Appalti elettronici_
L'utilizzo degli appalti elettronici presenta un notevole potenziale per aumentare la trasparenza, ridurre i costi delle transazioni e migliorare i risultati degli appalti.

Accesso delle PMI
Le piccole e medie imprese (PMI) possiedono un potenziale enorme per la creazione di posti di lavoro, la crescita e l'innovazione.
Un accesso facile ai mercati degli appalti può aiutarle a mettere a frutto questo potenziale consentendo alle amministrazioni aggiudicatrici di allargare la loro base di fornitori, con conseguenze positive dell'aumento della concorrenza sui contratti pubblici
sostenere pienamente la proposta di introdurre un limite di fatturato, secondo il quale le amministrazioni aggiudicatrici non dovrebbero essere autorizzate a esigere che gli operatori economici abbiano un fatturato minimo superiore a tre volte il valore stimato dell'appalto

Aggregazione della domanda_
chiarire le regole per ripartire tra la centrale di committenza e le amministrazioni aggiudicatrici che ad essa fanno direttamente o indirettamente ricorso la responsabilità di vigilare sull'osservanza della normativa sugli appalti


azioni da attuarsi a carico del Consiglio dell'Unione europea

CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA_stato avanzamento lavori_maggio 2012.pdf

 

 

la modernizzazione delle procedure, tramite ad esempio l'abbreviazione di termini o la distinzione tra criteri di selezione degli offerenti e di aggiudicazione dell'appalto

 

miglioramento dell'accesso al mercato delle piccole e medie imprese e delle imprese in fase di avviamento, tramite ad esempio la semplificazione degli obblighi di informazione, la maggiore accessibilità agli accordi-quadro conclusi nei settori di pubblica utilità e la possibilità di pagamento diretto dei subappaltatori

                La Commissione europea presenta tre proposte legislative finalizzate a rivedere la disciplina sugli appalti pubblici nell'auspicio di rendere le commesse pubbliche più efficaci, a fronte dell'attuale contesto di restrizioni di bilancio e di ristrettezze economiche, e di ammodernare la normativa in vigore, perché sia più idonea alla costante evoluzione del contesto politico, sociale ed economico.

 



Si muove dalla considerazione che l'ammontare di risorse che le pubbliche amministrazioni dedicano ogni anno a beni, servizi e lavori costituisce ben il 18 per cento del PIL europeo. Si ritiene, dunque, fondamentale assicurare un impiego ottimale di tali fondi, potenziale leva per realizzare un mercato unico che promuova una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva (strategia "Europa 2020").
La messa in opera di un quadro normativo rivisto e ammodernato in materia di appalti pubblici, che rendesse più flessibile la procedura di aggiudicazione dei contratti e utilizzasse questi ultimi a sostegno di altre politiche, era stata del resto già indicata dalla Commissione europea tra le dodici azioni chiave prioritarie da adottare entro la fine del 2012 (Comunicazione "L'atto per il mercato unico: dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia"


I lavori del senato sulle nuove direttive europee per gli appalti pubblici

Dossier SENATO_LE_NUOVE_DIRETTIVE_EUROPEE_SUGLI_APPALTI_PUBBLICI.PDF

 

 

Nella sintesi della valutazione di impatto (SEC(2011)1586) allegata alle proposte la Commissione conferma la validità degli obiettivi generali della politica UE in materia di appalti (promozione di una concorrenza non discriminatoria e lotta alla corruzione)

                La revisione prospettata dalla Commissione è intesa, inoltre, a perseguire i seguenti ulteriori obiettivi:

         semplificare e rendere più flessibile il quadro normativo e le procedure sugli appalti;

         creare mercati per gli appalti pubblici a livello europeo;

         garantire che le procedure di aggiudicazione degli appalti producano i migliori risultati possibili in termini di rapporto costi-efficacia;

         garantire un maggiore accesso delle PMI agli appalti pubblici mediante la riduzione degli oneri e la suddivisione degli appalti in lotti;

         ai fini dell’aggiudicazione degli appalti, prestare maggiore attenzione ai vincoli sociali ed ambientali, un migliore utilizzo delle risorse ed una maggiore efficienza energetica, la promozione dell’innovazione, dell’occupazione e dell’inclusione sociale, nonché l’offerta di servizi sociali di alta qualità.

 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 Documentazione per le Commissioni

ESAME DI ATTI E DOCUMENTI DELL’UNIONE EUROPEA

 

Riforma della disciplina in materia di appalti pubblici

(COM(2011)895 e 896) 21 maggio 2012

 



Contenuti
L’intento delle misure proposte è semplificare e chiarire una serie di aspetti della disciplina vigente in materia di appalti pubblici, in particolare per quanto riguarda il campo di applicazione, le procedure, il valore delle soglie, la selezione dei candidati, la produzione dei documenti relativi alle gare di appalto, il contrasto alla corruzione, ai favoritismi e ai conflitti di interesse.
Altri interventi sono mirati a favorire la creazione di un vero e proprio mercato europeo degli appalti. Tra le novità proposte a tal fine figurano: il ricorso obbligatorio agli appalti elettronici; la previsione di un regime speciale per i servizi sociali; il calcolo del costo del ciclo di vita dei prodotti o dei servizi oggetto dell’appalto ai fini della sua aggiudicazione; le modifiche dell’appalto in corso di esecuzione; l’uso strategico degli appalti allo scopo di favorire il raggiungimento degli obiettivi della Strategia UE 2020 in materia ambientale, sociale e di quelli legati all’innovazione; un migliore accesso delle PMI al mercato degli appalti; la creazione di un organo nazionale che vigilisull’applicazione della normativa.

Normativa nazionale
Il pacchetto di proposte di direttive comunitarie sugli appalti pubblici ha obiettivi ambiziosi di semplificazione della disciplina vigente. Le proposte di direttive si basano su una visione di fondo in cui i principali attori, primi fra tutti le pubbliche amministrazioni, potranno e dovranno giocare un ruolo di impulso nelle procedure al fine di promuovere l’innovazione e contribuire così al perseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 in cui gli appalti giocano un ruolo cruciale. Ciò si ripercuote nelle procedure, incluso un più ampio ricorso alla negoziazione, nella flessibilità di utilizzo dei vari strumenti, nei criteri di aggiudicazione e nell’uso strategico degli appalti. In tale contesto vanno inquadrati alcuni strumenti, quali ad esempio il partenariato per l’innovazione e la procedura competitiva con negoziato, nonché il criterio del costo del ciclo di vita del prodotto e del servizio in cui dovranno essere considerati tutti gli elementi che concorrono a formare il costo, anche quelli esterni collegati pertanto a fattori di carattere ambientale.
L’utilizzo di tali strumenti e i principi alla base del pacchetto di direttive sembra privilegiare un maggiore grado di discrezionalità delle pubbliche amministrazioni. Questa filosofia di fondo andrà tenuta presente nella trasposizione delle direttive nel quadro normativo interno che, in questo ambito, si contraddistingue per una certa complessità e in taluni casi rigidità che deriva dalle caratteristiche proprie dell’esperienza italiana rispetto agli altri Stati membri. Sarà pertanto opportuna una valutazione complessiva delle proposte di direttive in vista del loro recepimento nell’ordinamento interno che, tra l’altro, è stato sottoposto recentemente a numerosi interventi di modifica. L’adeguamento della normativa nazionale potrà comunque rappresentare un’occasione di rivisitazione della normativa nel suo complesso tenendo presente l’esigenza di equilibrare la semplificazione del quadro procedurale con gli opportuni controlli la cui efficacia sarà essenziale nell’applicazione di alcuni innovativi istituti previsti dalle proposte di direttive.
Di seguito, si evidenzieranno sinteticamente nei riquadri talune disposizioni vigenti nella normativa nazionale, che potranno essere interessate dall’entrata in operatività della nuova disciplina comunitaria in vista del suo recepimento nell’ordinamento interno.
Preliminarmente appare opportuno ricordare che le due direttive comunitarie 2004/17 (cd. settori speciali)e 2004/18 (cd. settori ordinari) del 31 marzo 2004 sono state recepite nell’ordinamento nazionale con il decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163[1], (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, d’ora in avanti Codice)  adottato sulla base della norma di delega contenuta nell’articolo 25 della legge comunitaria 2004 (legge n. 62 del 2005). Esso ha uniformato e razionalizzato l’intera materia dei contratti pubblici, in particolare unificando discipline precedentemente distinte, introducendo elementi di semplificazione delle procedure e nuovi istituti di derivazione comunitaria precedentemente sconosciuti alla disciplina italiana degli appalti. Il Codice è entrato in vigore il 1° luglio 2006.
Il richiamato articolo 25, al comma 3, ha delegato inoltre il Governo ad adottare, entro due anni dalla data di entrata in vigore del Codice (vale a dire entro il 1° luglio 2008), disposizioni correttive ed integrative del medesimo.
Conseguentemente sono stati emanati tre provvedimenti correttivi: i decreti legislativi n. 6 e n. 113 del 2007 e il decreto legislativo n. 152/2008, quest’ultimo emanato a seguito della necessità di tenere conto non solo di alcuni rilievi in materia di concorrenza formulati dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia e della sentenza della Corte di Giustizia del 15 maggio 2008 sull'esclusione automatica delle offerte anomale nei contratti sottosoglia, ma anche dalla necessità di snellire alcune procedure non funzionali alle esigenze di trasparenza e apertura di mercato.
Il Codice dei contratti è stato, infine, recentemente oggetto di numerose modifiche nell’ambito di alcuni decreti-legge emanati nel corso dell’ultimo anno. In particolare, il decreto-legge n. 70/2011[2], all’articolo 4, ha modificato numerose disposizioni del Codice e del Regolamento riguardanti, tra le altre, i requisiti di partecipazione alle gare, la finanza di progetto, le varianti, le riserve, le opere compensative, l'accordo bonario, l’istituzione di elenchi di fornitori e prestatori di servizi non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, l’innalzamento dei limiti di importo per l'affidamento degli appalti di lavori mediante la procedura negoziata e la procedura semplificata ristretta, nonché la tipizzazione delle cause di esclusione dalle gare. Il decreto-legge n. 201/2011[3]ha modificato ulteriormente il Codice dei contratti pubblici al fine, tra l’altro, di modificare la disciplina delle concessioni e della finanza di progetto incentivando l'utilizzo di capitali privati, nonché di stimolare la partecipazione delle PMI nella realizzazione delle opere pubbliche. Il decreto-legge n. 1/2012[4] è intervenuto nuovamente sulla disciplina della finanza di progetto e delle concessioni di lavori pubblici e ha previsto norme riguardanti, tra le altre, l’approvazione dei progetti, il dialogo competitivo, nonché l’introduzione del contratto di disponibilità. L’articolo 20 del decreto- legge n. 5/2012[5]reca, infine, importanti disposizioni allo scopo di disciplinare la Banca dati dei contratti pubblici, che sarà operativa a decorrere dal 1° gennaio 2013, e definire le procedure per la selezione dello sponsor per il finanziamento e la realizzazione degli interventi relativi ai beni culturali.

Selezione dei candidati: articoli 71-75 del COM(2011)895 e articoli 55-64 del COM(2011)896
Le nuove misure prospettano un’attenuazione della distinzione tra selezione dei candidati e assegnazione del contratto di appalto; in particolare sarà consentito di valutare i criteri di aggiudicazione prima di quelli di selezione o di prendere in considerazione come criterio di aggiudicazione l’organizzazione e la qualità del personale assegnato all’esecuzione dell’appalto.
Il COM(2011)895 prevede la possibilità per gli enti appaltanti di stabilire un sistema di qualificazione basato su regole e criteri obiettivi di esclusione e selezione degli operatori economici che chiedono di essere qualificati. Dovrà essere conservato un elenco degli operatori economici qualificati, eventualmente suddiviso in categorie in base alla tipologia di appalto per la cui realizzazione è valida la qualificazione.
E’ prevista la possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici, nell’ambito di procedure ristrette o negoziate o dei partenariati per l’innovazione, di stabilire regole e criteri oggettivi per ridurre il numero di candidati invitati a presentare un’offerta o a negoziare, ferma restando tuttavia la necessità di assicurare un’equa concorrenza.
Qualora le regole e i criteri precedentemente richiamati comprendano requisiti riguardanti le capacità economiche e finanziarie oppure tecniche e professionali dell’operatore economico, quest’ultimo potrà avvalersi delle capacità di altri enti. Nel caso di appalti di lavori, contratti di prestazione di servizi e operazioni di posa in opera e installazione nel quadro di un contratto di fornitura, gli enti aggiudicatori potranno esigere che alcuni compiti essenziali siano svolti direttamente dall'offerente o, nel caso di un'offerta presentata da un raggruppamento di operatori economici, da un partecipante a tale raggruppamento.

Conformemente al COM(2011)896, le amministrazioni aggiudicatrici potranno esigere che gli operatori economici abbiano un determinato fatturato minimo annuo, anche con specifico riferimento al settore di attività oggetto dell'appalto, e un'adeguata assicurazione contro i rischi professionali. Con riferimento alla fase di selezione dei candidati, vengono prospettate inoltre una serie di semplificazioni quali la possibilità per i candidati e gli offerenti di presentare in via preliminare autocertificazioni  - che le stazioni appaltanti sono obbligate ad accettare - al fine di dimostrare il possesso dei requisiti richiesti, e di procedere solo in una fase successiva alla presentazione effettiva di prove documentali.
L’art. 59 del COM(2011)896 prevede l’introduzione del passaporto europeo per gli appalti pubblici.
Il passaporto europeo dovrà contenere l’identificazione dell'operatore economico, attestare che quest’ultimo non è stato condannato con sentenza definitiva per uno dei motivi precedentemente richiamati e non è oggetto di una procedura di insolvenza o di liquidazione, dimostrare la sua iscrizione in un albo professionale o in un registro commerciale e il possesso di una particolare autorizzazione. Il passaporto europeo dovrà essere riconosciuto da tutte le amministrazioni aggiudicatrici come prova del rispetto delle condizioni di partecipazione in esso previste. 
Sempre nel COM(2011)896, all’articolo 63, è prevista la possibilità di istituire elenchi ufficiali di imprenditori, fornitori o prestatori di servizi riconosciuti o prevedere una certificazione da parte di organismi di diritto pubblico o privato.
L'iscrizione in un elenco ufficiale certificata dalle autorità competenti o il certificato rilasciato dall'organismo di certificazione costituirà una presunzione di idoneità ai fini dei requisiti di selezione qualitativa previsti dall'elenco ufficiale o dal certificato.
Al riguardo si segnala l’opportunità di chiarire se le norme che prospettano un’inversione temporale della valutazione dei criteri di aggiudicazione rispetto a quelli di selezione, come pure le norme sull’autocertificazione non debbano essere corredate di maggiori cautele, per evitare il rischio – che smentirebbe l’obiettivo delle stesse di velocizzare alcune procedure – di verificare in una fase troppo avanzata l’improcedibilità della stipula dell’appalto per carenza di requisiti, con il conseguente obbligo di riavviare la procedura.

Normativa nazionale
L’articolo 38 del Codice elenca i requisiti di ordine generale (c.d. requisiti di moralità) per la partecipazione alle procedure di affidamento degli appalti di lavori, servizi e forniture. Si tratta di un’elencazione ampia e articolata sulla quale ha inciso anche l’articolo 4 del D.L. 70/2011 allo scopo di introdurre talune misure volte a ridurre la discrezionalità della stazione appaltante. Si rammenta che i requisiti di ordine generale sono differenti dai requisiti di qualificazione, che riguardano la capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale e che differiscono in base al tipo e al valore della prestazione oggetto del contratto.
La parte II, titolo I, capo II del Codice dei contratti pubblici indica, agli articoli 35 e seguenti, una serie articolata di norme sui requisiti previsti per la qualificazione degli esecutori di lavori pubblici nei settori ordinari per i quali è istituito un sistema di qualificazione unico per tutti gli esecutori a qualsiasi titolo di lavori pubblici di importo superiore a 150.000 euro, articolato in rapporto alle tipologie e all'importo dei lavori stessi ed attuato da organismi di diritto privato di attestazione (SOA), appositamente autorizzati dall'Autorità (artt. 40 e segg.). Per i servizi e le forniture, invece, per i quali non è istituito un sistema di qualificazione generale, è il bando a precisare i requisiti di capacità economico- finanziaria e tecnico-professionale sulla base di quanto stabilito dagli articoli 41 e 42 del Codice. Al fine di agevolare la prova dei requisiti può risultare utile l’iscrizione in elenchi ufficiali di fornitori e servizi. Per i contraenti generali per i quali è previsto un particolare sistema di qualificazione con proprie classifiche e requisiti specifici (artt. 186-193).
Per i settori speciali le norme sulla selezione qualitativa degli offerenti e sulla qualificazione sono raccolte in quattro articoli del Codice – dall’articolo 230 al 233. Spetta, infatti, agli enti aggiudicatori fissare criteri di selezione in una procedura aperta, ristretta o negoziata, secondo regole e criteri oggettivi che vanno resi disponibili agli operatori economici interessati. Inoltre gli stessi enti aggiudicatori che selezionano i candidati ad una procedura di appalto ristretta o negoziata devono farlo secondo regole e criteri oggettivi da essi definiti che vanno resi disponibili agli operatori economici interessati. Ulteriori norme sui requisiti per la qualificazione in tali settori sono state introdotte dal Regolamento (artt. 339 e 340).
Di particolare importanza il nuovo sistema di verifica dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario per la partecipazione alle procedure disciplinate dal Codice attraverso la Banca dati nazionali dei contratti pubblici, istituita presso l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e disciplinata dall’articolo 6-bis del Codice introdotto dall’articolo 20 del decreto-legge n. 5 del 2012. A decorrere dal 1° gennaio 2013 le stazioni appaltanti e gli enti aggiudicatori verificheranno il possesso dei requisiti per la partecipazione alle gare esclusivamente tramite la Banca dati.
Si osserva che la disciplina che prevede l’introduzione della Banca dati nazionali dei contratti pubblici potrebbe agevolare l’introduzione del passaporto europeo per gli appalti pubblici, che dovrà essere rilasciato dalle autorità nazionali. Sul punto potrebbe essere opportuno acquisire l’avviso del Governo.
Esclusione di candidati: articolo 74 del COM(2011)895 e articolo 55 del COM(2011)896
E’ disposta l’esclusione dalla partecipazione ad un appalto dell'offerente condannato con sentenza definitiva per partecipazione ad un'organizzazione criminale, corruzione, frode, reati terroristici e riciclaggio dei proventi di attività illecite. Dovranno essere altresì esclusi dalla partecipazione all'appalto gli operatori oggetto di una sentenza passata in giudicato nella quale si attesta che essi non sono in regola con gli obblighi relativi al pagamento di imposte o di contributi di sicurezza sociale.
Potranno inoltre essere esclusi gli operatori che:
         abbiano commesso violazioni alla normativa UE e a quella internazionale in materia ambientale, di diritto del lavoro e sicurezza sociale;
         siano soggetti ad una procedura di insolvenza o di liquidazione; 
         abbiano commesso gravi illeciti professionali;
         si siano resi responsabili di significative o persistenti carenze nell'esecuzione di un requisito sostanziale nel quadro di precedenti contratti di natura analoga con la stessa amministrazione aggiudicatrice.
E’ prevista tuttavia la possibilità per i candidati interessati di fornire all'amministrazione aggiudicatrice la prova che dimostri la sua affidabilità nonostante l'esistenza di un motivo di esclusione.

Normativa nazionale
La normativa nazionale ha previsto un maggior numero di cause di esclusione rispetto alla disciplina comunitaria.
Si segnala, infatti, che la mancanza dei requisiti di ordine generale di cui all’articolo 38 del Codice si traduce in cause di esclusione. La formulazione dell’articolo 38 è complessa e articolata e su di essa è intervenuta l’Autorità in più occasioni. Si segnala, inoltre, che il decreto-legge n. 70 del 2011 ha modificato l’art. 46 del Codice, al fine di introdurre il principio della tassatività delle cause di esclusione. Viene infatti introdotto un comma 1-bis secondo cui la stazione appaltante provvede all’esclusione dei candidati o dei concorrenti nei seguenti casi: mancato adempimento a prescrizioni di legge previste dal Codice (D.Lgs. 163/2006), dal regolamento attuativo (D.P.R. 207/2010) e da altre disposizioni legislative vigenti; incertezza assoluta sul contenuto o sulla provenienza dell’offerta, per difetto di sottoscrizione o di altri elementi essenziali; non integrità del plico contenente l'offerta o la domanda di partecipazione o altre irregolarità relative alla chiusura dei plichi, tali da far ritenere, secondo le circostanze concrete, che sia stato violato il principio di segretezza delle offerte.
Secondo lo stesso comma 1-bis i bandi e le lettere di invito non possono contenere ulteriori prescrizioni. A tale modifica è collegata quella recata dall’articolo 64, comma 4-bis del Codice, che prevede la predisposizione dei bandi sulla base di modelli (bandi-tipo) approvati dall’Autorità contenenti l’indicazione delle cause tassative di esclusione.

I lavori della camera sulle nuove direttive europee per gli appalti pubblici

Camera dei deputati_DOSSIER Riforma della disciplina in materia di appalti pubblici

 

Gli obiettivi principali della proposta sono due:

• Accrescere l'efficienza della spesa per garantire i migliori risultati possibili, in termini di rapporto qualità/prezzo, in materia di appalti. Ciò comporta, in particolare, una semplificazione e una maggior flessibilità dell'attuale normativa in materia di appalti pubblici. Procedure semplificate ed efficienti andranno a vantaggio di tutti gli operatori economici e favoriranno la partecipazione delle PMI e degli offerenti transfrontalieri.

• Far sì che i committenti facciano un miglior uso degli appalti pubblici a sostegno di obiettivi sociali comuni quali la tutela dell'ambiente, una maggiore efficienza energetica e sotto il profilo delle risorse, la lotta contro i cambiamenti climatici, la promozione dell'innovazione e dell'inclusione sociale e infine la garanzia delle migliori condizioni possibili per la fornitura di servizi pubblici di elevata qualità.

                Bruxelles, 20.12.2011

COM(2011) 896 definitivo

2011/0438 (COD)

Proposta di

DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

sugli appalti pubblici

Semplificazione degli obblighi di informazione. La semplificazione generale di obblighi di informazione nelle procedure di appalto saranno di notevole beneficio per le PMI. La proposta prevede l'obbligo di accettazione delle autocertificazioni come l'esistenza presunta ai fini della selezione. La produzione effettiva di prove documentali sarà facilitata da un documento standard, il passaporto europeo per gli appalti pubblici, che costituisce uno dei mezzi di prova per l'assenza di motivi di esclusione.

Suddivisione in lotti. Le amministrazioni aggiudicatrici saranno invitate a suddividere gli appalti pubblici in — omogenei o eterogenei — lotti per renderli più accessibili alle PMI. Nel caso in cui non decidano in tal senso, saranno obbligate a fornire una spiegazione specifica.

Limitazione sui requisiti di partecipazione. Per evitare inutili ostacoli alla partecipazione delle PMI, la proposta di direttiva contiene un elenco esauriente di condizioni per la partecipazione alle gare di appalto e afferma esplicitamente che tali condizioni sono limitate "a quelle appropriate per assicurare che un candidato o un offerente ha le… capacità e le… competenze per eseguire l'appalto da aggiudicare". I criteri che sono spesso un serissimo ostacolo all'accesso da parte delle PMI sono esplicitamente limitati a tre volte il valore stimato dell'appalto, salvo in casi debitamente giustificati. Infine, le eventuali condizioni per la partecipazione di gruppi di operatori economici — uno strumento di particolare interesse per le PMI — devono essere giustificate da motivazioni obiettive e proporzionate

 

Pagamento diretto dei subappaltatori. Inoltre, gli Stati membri possono prevedere che i subappaltatori richiedano un pagamento diretto da parte dell'amministrazione aggiudicatrice per forniture, lavori e servizi forniti al contraente principale nel quadro del contratto di prestazione. Ciò consente ai subappaltatori, che spesso sono PMI, di proteggersi efficacemente dal rischio di mancato pagamento

 


1. CONTESTO DELLA PROPOSTA
• Motivazione e obiettivi della proposta
La strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva [COM(2010) 2020] è basata su tre priorità interconnesse che si rafforzano a vicenda:
sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione, promuovere un'economia efficiente e competitiva sotto il profilo delle risorse, a basse emissioni di carbonio nonché incoraggiare un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.
Gli appalti pubblici svolgono un ruolo fondamentale nella strategia Europa 2020, in quanto costituiscono uno degli strumenti basati sul mercato necessari alla realizzazione dei suoi obiettivi con il miglioramento del clima imprenditoriale e del contesto per l'innovazione delle imprese e promuovendo un più ampio ricorso agli appalti pubblici "verdi", favorendo la transizione verso un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio.
La strategia Europa 2020 sottolinea inoltre che la politica in materia di appalti pubblici deve garantire l'uso più efficiente dei fondi pubblici e che i mercati degli appalti pubblici vanno mantenuti aperti a livello UE.
Per affrontare queste sfide è necessario rivedere e ammodernare la normativa in vigore in materia di appalti pubblici per renderla più idonea alla costante evoluzione del contesto politico, sociale ed economico.
Nella comunicazione del 13 aprile 2011 sull'"Atto per il mercato unico: dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia", la Commissione ha elencato - tra le dodici azioni chiave prioritarie che le istituzioni dell'UE devono adottare entro la fine del 2012 - la messa in opera di un quadro normativo rivisto e ammodernato in materia di appalti pubblici, al fine di rendere più flessibile la procedura di aggiudicazione dei contratti e che consenta un miglior uso dei contratti d'appalto pubblici a sostegno di altre politiche


relazione appalti settori ordinari e speciali

Proposta di direttiva del parlamento europeo e del consiglio sugli appalti pubblici.pdf

Proposta di direttiva del parlamento europeo e del consiglio sugli appalti pubblici_settori speciali.pdf


Nella comunicazione L’Atto per il mercato unico – Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia, del 13 aprile 2011, la Commissione ha annunciato l’intenzione di adottare un’iniziativa legislativa in materia di concessioni.

Attualmente l’aggiudicazione di concessioni di lavori è disciplinata da un numero limitato di disposizioni del diritto derivato, mentre alle concessioni di servizi si applicano solo i principi generali del TFUE. Tale carenza provoca gravi distorsioni nel mercato interno, soprattutto limitando l’accesso delle imprese europee, in particolare delle piccole e medie imprese, alle opportunità economiche offerte dai contratti di concessione.

La mancanza di certezza giuridica è inoltre fonte di inefficienze

                Bruxelles, 20.12.2011

COM(2011) 897 definitivo

2011/0437 (COD)

Proposta di

DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

sull’aggiudicazione dei contratti di concessioni


La presente iniziativa ha lo scopo di ridurre l’incertezza che grava sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, a vantaggio di autorità pubbliche e operatori economici.

Il diritto dell’Unione europea non limita la libertà delle amministrazioni aggiudicatrici o degli enti aggiudicatori di svolgere i compiti di interesse pubblico che rientrano nell'ambito delle loro competenze utilizzando le risorse proprie, ma quando un’amministrazione aggiudicatrice decide di affidare tali compiti a un soggetto esterno occorre garantire un effettivo accesso al mercato a tutti gli operatori economici dell’Unione.

 



A fronte delle notevoli restrizioni di bilancio e delle difficoltà economiche di molti Stati membri dell’UE, l'allocazione efficiente dei fondi pubblici è oggetto di particolare attenzione. Un idoneo quadro giuridico in materia di aggiudicazione dei contratti di concessione stimolerebbe gli investimenti pubblici e privati in infrastrutture e servizi strategici con il migliore rapporto qualità/prezzo.
Il potenziale offerto da un’iniziativa legislativa in materia di contratti di concessione di creare un quadro a livello dell'Unione di sostegno per i PPP è stato evidenziato nella comunicazione della Commissione del 2009 Mobilitare gli investimenti pubblici e privati per la ripresa e i cambiamenti strutturali a lungo termine: sviluppare i partenariati pubblico-privati.
Il presente progetto di direttiva viene presentato contestualmente alla revisione delle direttive sugli appalti pubblici1. Esso porterà all’adozione di uno strumento giuridico distinto di disciplinata dell’aggiudicazione delle concessioni che, insieme alle due proposte di revisione delle vigenti direttive sugli appalti pubblici (2004/17/CE e 2004/18/CE), mira a creare un moderno quadro legislativo per gli appalti pubblici.

Illustrazione dettagliata della proposta
Si prevede che la direttiva proposta garantisca trasparenza, correttezza e certezza giuridica nell’aggiudicazione dei contratti di concessione, contribuendo in tal modo a offrire migliori opportunità di investimenti e, in ultima analisi, un maggior numero e una migliore qualità dei lavori e dei servizi.
Essa si applicherà alle concessioni aggiudicate dopo la sua entrata in vigore, in linea con la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea in materia di modifiche contrattuali (fatti salvi gli accordi temporanei che possano risultare strettamente necessari per garantire la continuità della fornitura del servizio, nell’attesa dell’aggiudicazione di una nuova concessione).
Si prevede di ottenere i vantaggi appena menzionati ricorrendo a una serie di precisazioni e requisiti procedurali applicabili all’aggiudicazione di concessioni, e miranti a realizzare due obiettivi di fondo: accrescere la certezza giuridica e garantire a tutte le imprese europee un migliore accesso ai mercati delle concessioni.

relazione aggiudicazione delle concessioni

Proposta direttiva parlamento europeo e del consiglio sull’aggiudicazione dei contratti di concessione.pdf


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