il costo dell’appalto non può superare il costo determinato dalla lex specialis di gara

deve essere confermata la sentenza del T.A.R., che ha ritenuto che dovesse essere esclusa dalla gara l’impresa ricorrente, che aveva formulato un’offerta non conforme alle cogenti disposizioni degli atti di gara, avendo indicato un prezzo del servizio in aumento ri-spetto al valore dell’appalto

Il paragrafo 7, comma 1, dell’avviso pubblico ha previsto che “l’importo complessivo dell’appalto è determinato dal prezzo per la fornitura dei beni e per l’espletamento dei servizi … rapportato alla capienza della struttura nella già indicata misura” (260 posti) “calcolato su base annuo e moltiplicato per tre annualità”, mentre il successivo comma 3 ha statuito che: “Il costo complessivo presuntivo dell’appal-to come sopra determinato, al netto dell’IVA, è di € 13.427.000,00”.

L’art. 9, comma 2, del capitolato d’appalto, a sua volta ha disposto che: “l’importo dell’appalto costituisce il limite massimo del prezzo per l’intera erogazione di tutti i servizi e fornitura previsti, fermo restando che la liquidazione del corrispettivo è ragguagliata all’effettiva prestazione resa”.

Come rettamente argomentato dal giudice di prime cure, non v’è dubbio che la somma di € 13.327.000,00 rappresenta il limite massimo dell’offerta da presentare.

A tale conclusione, si giunge attraverso l’interpretazione letterale nonchè logico-sistematica delle suindicate disposizioni degli atti di gara.

In tal senso appare evidente che l’importo dell’appalto è quello previsto nel paragrafo 7 dell’avviso pubblico rapportato alla capienza massima individuata nel precedente paragrafo 2 (260 posti).

Ciò comporta che, in presenza del numero massimo di presenti nel centro di accoglienza, il costo dell’appalto non può superare il costo determinato nell’ultimo comma del citato paragrafo 7.

a cura di Sonia Lazzini

passaggio tratto dalla decisione  numero 939 del 16 ottobre  2012 pronunciata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana